1989
Il volume contiene un racconto inedito dal titolo "Brave persone" uscito nel febbraio 2007 sul "New Yorker".
Note...
Prima edizione Einaudi Stile Libero, fuori catalogo. Uscito nel 1998 e ritirato dal commercio dopo undici mesi perché i diritti del libro furono acquistati da Minimum Fax.
Rispetto all'edizione MF ha due racconti in meno e anche la disposizione è diversa (vedi foto). Persino il titolo è differente: "La ragazza Con I Capelli Strani" nella versione MF diventa "La Ragazza Dai Capelli Strani".
Qui la traduzione è di Francesco piccolo, nella edizione Minimum Fax è di Martina Testa. La prima per me è migliore, meno libera e più fedele al testo.
- - - - - - - bella critica dal Web:
https://letteratusa.com/2024/06/02/david-foster-wallace-la-ragazza-dai-capelli-strani/
DAVID FOSTER WALLACE, La ragazza dai capelli strani.
By velocior on 2 giugno 2024 • ( 0 )
raccolta di racconti fra cui due fra i migliori in assoluto che abbia mai letto.
Carissimi buongiorno. Oggi vi voglio parlare di una raccolta di racconti di David Foster Wallace, autore di cui ho già fatto diverse recensioni in questo blog a partire dal suo romanzo principale Infinite Jest.
La raccolta di cui vi voglio parlare si intitola La ragazza dai capelli strani ed è insieme a Oblio una delle due raccolte di racconti che ha scritto David Foster Wallace. Il caro David ha avuto una produzione molto varia che include anche romanzi come Infinity Jest e Il Re pallido: quest’ultimo romanzo incompiuto l’ho letto tre volte e sarei pronto oggi stesso a rileggerlo per la quarta dato che lo trovo migliore di Infinity Jest checché ne dicano alcuni lettori o la cosiddetta critica che cerca di giustificarne le lungaggini insosopportabili con argomentazioni cervellotiche. Sempre a proposito della sua versatilità Foster Wallace si é cimentato anche con una serie di generi letterari tra cui delle originalissime cronache a mezzo fra il reportage e la narrativa giornalistica scritte su commissione come ad esempio Una cosa divertente che non farò mai più o Questa è l’acqua che è la trascrizione di un discorso che David fece a dei giovani universitari appena laureati.
Ciò premesso passiamo al tema del post che riguarda appunto la raccolta di racconti dal titolo La ragazza dai capelli strani. Cominciamo allora affrontando una vecchia polemica o meglio un dibattito molto vivo che riguarda la questione se David Foster Wallace sia un autore sopravvalutato o meno. Questa diatriba fra estimatori e detrattori dello scrittore è dovuta soprattutto al fatto che da parte di molti lo accusano di avere una scrittura ripetitiva e eccessivamente ridondante tanto che l’amico rivale Jonathan Franzen se non erro disse che la scrittura di Foster Wallace soffriva di una sorta di diarrea logorroica. Definizione condivisibile se consideriamo che in alcuni romanzi di Foster Wallace di tanto in tanto appaiono delle lunghissime digressioni sconclusionate di una noia micidiale: effettivamente questa logorrea descrittiva si riscontra soprattutto nei romanzi. Nei racconti invece secondo me Foster Wallace dà il meglio di sé: è molto più sintetico, è molto più aciutto e diretto e soprattutto evita di lasciarsi andare al suo flusso di coscienza che appesantisce la lettura. Insomma lo preferisco come novelliere che come romanziere.
La ragazza dai capelli strani include i seguenti racconti dai titoli grotteschi:
Piccoli animali senza espressione
Per fortunaIl funzionario commerciale sapeva fare il massaggio cardiaco
La ragazza dei capelli strani
Lyndon
John Billy
Da una parte e dall’altra
La mia apparizione
Dire mai
E’ tutto verde
Dunque questi sono i titoli dei racconti che appaiono in questa in questa raccolta.
Vi dico subito che non tutti mi hanno convinto: i meglio riusciti secondo me sono Lyndon e La mia apparizione, altri li ho trovati semplicemente divertenti e un paio francamente superflui nel senso che se anche non fossero stati scritti nulla vrebbero aggiunto o tolto alla bravura dello scrittore. Piccoli animali senza espressione è la storia di due fratelli disabili mentali che partecipano un telequiz dove anziché indovinare la risposta delle domande bisogna indovinare le domande dalle risposte. E’ uno dei tanti paradossi tipici della corrente letteraria dell’avant pop che di cui si serve Foster Wallace che hanno il loro corrispettivo cinematografico in certi film di Woody Allen.
Il secondo racconto Per fortuna il funzionario commerciale sapeva fare il massaggio cardiaco é la storia brevissima di due persone, un responsabile e un impiegato, che lavorano di notte nello stesso stabile. Mentre entrambi si recano nel garage sottorraneo a recuperare la macchina al termine dell’orario di lavoro il responsabile ha un infarto mentre l’altro interviene per salvarlo. Il finale è enigmatico anche se il titolo del racconto lascia intuire un lieto fine.
La ragazza dei capelli strani é il racconto che da il titolo alla raccolta. Anche qui Foster Wallace si serve di un paradosso piuttosto divertente: un gruppo di punk alcolizzati e tossici va a un concerto. Del gruppo fa parte una ragazza che ha dei capelli acconciati a forma di fallo maschile che guarda con curiosità una ragazzina che sta davanti a lei la quale ha dei normalissimi boccoli biondi piuttosto tradizionali. Agli occhi della ragazza punk tuttavia appare strana la capigliatura normale della ragazzina mentre al contrario sembra non rendersi conto che anormale è la sua capigliatura assolutamente fuori di testa.
Lyndon ho detto secondo me è uno dei due racconti meglio riusciti per cui ve ne parlo dopo.
John Billy é il racconto forse che mi è piaciuto meno dove Foster Wallace ricorre a una tecnica che utilizza spesso che trovo irritante se troppo insistita: consiste in una serie di dialoghi in cui non viene specificato chi sta parlando che rende caotica la lettura
Da parte e dall’altra é un racconto con un significato simbolico molto chiaro.
La mia apparizione é insieme a Lyndon secondo me il racconto meglio riuscito.
Dire mai é la storia di un amore fra due persone anziane intercalata dalla vicenda di un triangolo amoroso che riguarda i figli e nipoti di uno dei due anziani: credo che qui David abbia voluto rappresentare il divario generazionale tramite la differenza fra l’amore semplice e ingenuo dei due vecchi e quello incasinato, superficiale e puramente godereccio dei parenti più giovani.
E’ tutto verde é un racconto brevissimo di circa due pagine fondato sulla visualizzazione evocativa di una serie di sensazioni.
LYNDON E LA MIA APPARIZIONE: QUANDO L’APPARENZA INGANNA.
Vi dicevo che i racconti meglio riusciti secondo me sono Lyndon e La mia apparizione. Perché? perchè entrambi rappresentano il modo filtrato e distorto in cui l’immagine pubblica di un individuo contrasta con l’immagine privata e di come i mass media possano ingannare la nostra percezione o al contrario paradossalmente autenticarla meglio di come potrebbe farlo la realtà quotidiana.
Lyndon riguarda la storia di David Boyd personaggio realmente esistito che fu un assistente personale e stretto collaboratore di un personaggio altrettanto realmente esistito vale a dire l’ex Presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson che divenne presidente dopo l’assassino avvenuto a Dallas di John Kennedy. In questo racconto che presenta notevoli tratti di autenticità Foster Wallace tramite la voce narrante di David Boyd descrive la personalità di Lyndon Johnson tracciandone un ritratto divertente e agghiacciante al contempo che finisce per stemperarsi nella descrizione di un personaggio malinconico attanagliato dall’ansia. Lyndon Johnson agli occhi dell’opinione pubblica appariva come uomo estremamente deciso, virile con un carattere da vero cowboy texano – e non a caso Johnson fu governatore del Texas prima di diventare Presidente – ma anche razionale, solido e dotato di buon senso.
In realtà nel ritratto che ne fa David Boyd e quindi David Foster Wallace, Lyndon Johnson risulta essere un personaggio pieno di fragilità, dalla personalità lunatica e insospettabilmente succube psicologicamente nei confronti della moglie vezzosamente soprannominata dai media e da Johnson stesso col nomignolo di Lady Bird forse a indicarne la leggiadria e la grazia nel portamento. Johnson per Foster Wallace era dunque un uomo pieno di tic nervosi e di paure lontanissimo da quell’ immagine pubblica nella quale appariva appunto determinato e sicuro di sé. David Foster Wallace smonta questa immagine mediatica e quindi fasulla del Presidente e ne fa un personaggio completamente diverso. Johnson tra l’altro curiosamente anche fisicamente ricalca un personaggio tipico che ricorre in molti romanzi e racconti di Foster Wallace: in molti testi del nostro infatti appare spesso un personaggio alto e asciutto, il classico spilungone allampanato; la figura più tipica in questo senso é il James Incandenza di Infinity Jest . Dobbiamo forse rinvenire in questo ricorso continuo a personaggi allampanati la figura dello stesso scrittore, quasi una specie di autobiografia anatomica e indirettamente un tenttaivo di capire se stessi. A latere dobbiamo rilevare che accanto alla figura dello spilungone nei testi di Foster Wallace appare spesso anche la figura del disabile mentale; ho quasi l’impressione che la diversità – sia essa fisica o mentale — per lo scrittore indichi la capacità di cogliere aspetti della realtà negati alla maggior parte delle persone, una sorta di sesto senso o facoltà medianica così come anticamente alcune malattie come l’epilessia erano considerate un mezzo tramite il quale le divinità comunicavano con gli uomini. Nell’ analisi del profilo psicologico di Lyndon Johnson peraltro Foster Wallace adombra la possibilità vi fosse un’attrazione di matrice omosessuale fra l’ assistente David Boyd e lo stesso Presidente tanto che la stessa moglie di quest’ultimo pare nutrisse dei sospetti in merito.
La mia apparizione è la storia di una donna e attrice televisiva quindi, diciamo così, un’ interprete di seconda fascia giacchè gli attori di fiction televisive rispetto a quelli del cinema così sono considerati. La donna ha una vita felice: dopo il divorzio si é risposata col nuovo marito Rudy e ha una figlia anch’essa attrice di fiction televisive. Il tranquilo mènage familiare prosegue nella tranquillità di una vita ricca e piena di successi fino a che la donna è invitata quale ospite al David Letterman Show ossia uno spettacolo televisivo che come molti di voi sapranno va in onda in prima serata su un canale degli Stati Uniti con indici di ascolto elevatissimi soprattutto grazie all’irriverenza scoppiettante del conduttore. Il marito Rudy e un amico del marito sono in ansia perché temono che David Letterman come spesso fa nel suo show televisivo cerchi di ridicolizzare l’ospite sottolineando gli aspetti più controversi della sua carriera craendo volutamente delle situazioni di imbarazzo. In effetti il “metodo Letterman” utilizzato nello show consiste in un intervista al personaggio famoso in cui si cercano di cogliere gli aspetti più vergognosi e meno presentabili dell’ospite.
Rudy teme dunque che la moglie possa essere ridicolizzata pubblicamente soprattutto perché fa la pubblicità a una marca di wurstel che secondo molti ha nuociuto alla sua carriera degradandone il ruolo di attrice. Tuttavia contrariamente alle aspettative la donna partecipa allo show e con estrema disinvoltura riesce a controbattere brillantemente alle domande indidiose di David Letterman. Al termine dello show scopre tuttavia un aspetto interessante: si rende conto infatti di essersi trovata molto più a suo agio e di riescire a esprimersi molto più autenticamente sotto l’occhio delle telecamere di quanto non riesca nella quotidianità. E qui si innesta il significato del racconto per cui la realtà di una persona paradossalmente viene colta meglio dalla televisione di quanto non venga colta da congiunti, amici e conoscenti nella realtà quotidiana ad esempio, in ambiente di lavoro. La donna stessa si rende conto poi parlando col marito dopo la sua apparizione televisiva che Rudy così come le persone che gli sono attorno in realtà non l’hanno mai conosciuta dato che pensano che lei durante l’intervista al David Letterman Show abbia finto simulando degli atteggiamenti e dei modi televisi che in realtà non le appartengono.
Ora questi due racconti mi offrono l’occasione per dire la mia opinione riguardo il dibattito se David Foster Wallace sia un autore sopravvalutato e meno. Foster Wallace può essere percepito come un autore sopravvalutato se non si coglie il significato simbolico dei suoi testi. Significato simbolico che ad esempio risalta con particolare evidenza in un altro racconto Da una parte e dall’altra. E’ la storia molto semplice un ragazzo che si reca a trovare in campagna la nonna. Durante il soggiorno la parente chiede al ragazzo di riparare una cucina che non funziona. Apparentemente vista di fronte la cucina appare in perfetto ordine, pulita, linda e ben tenuta anche se si tratta di una cucina antidiluviana molto vecchia. Il ragazzo sposta in avanti la cucina e va dietro per cercare di ripararla convinto si tratti di un’operazione semplice e alla sua portata ma nel retro la trova in condizioni impreviste: un sacco di sporcizia, la presa rotta, dei fili scoperti, la spina usurata e un groviglio di fili inestricabili. Ciò che di fronte appariva come in buon ordine e tutto sommato perfettamente funzionante dietro è invece un disastro con un caos inenarrabile di fili, di sporcizia e di parti usurate a rappresentare un significato simbolico ben preciso: non fidarsi delle apparenze perchè esattamente come quella cucina la psiche umana – e forse anche la psiche dello stesso autore – che si cela dietro l’aspetto fisico può essere molto più caotica e in sofferenza di quanto non si direbbe.
Il punto é che in molta della narrativa di Foster Wallace si colgono dei significati simbolici che riguardano anche aspetti autobiografici dell’autore che solo facendo un attento close reading é possibile percepire. Lo scrittore sembra avvisarci continuamente del fatto che ciò che appare manifesto nel backstage dell’intimo é molto più aggrovigliato e molto più incasinato di quanto non sembri. Quindi il significato simbolico è fondamentale per cogliere il significato della narrativa di Foster Wallce perché se non si avverte questo significato tramite un attento close reading ossia tramite una lettura molto concentrata questo simbolismo sfugge. Se ciò accade certamente i testi di Foster Wallace possono risultare noiosi.
Stiamo dunque parlando di un autore tutt’altro che facile, bisognerebbe avere il tempo e la voglia di leggere le sue opere una seconda e una terza volta come si farebbe con i testi di certi formatori. Per incamerare bene i concetti e afferrarne il significato profondo Foster Wallace va letto e riletto più volte perchè gli aspetti simbolici sono il cardine e il fulcro attorno a cui ruota il succo di tutti i suoi testi.